Francesco Salvatori

In continua disfonia con difficoltà della proiezione delle corde vocali, l’artista deve cambiare mezzo per potersi esprimere, per poter condividere quella sensibilità umana che alberga. Il mezzo individuato è la fotografia, insieme alla parola scritta. Non riesce a fare a meno di amare l’essere umano nella sua divina complessità e di cercare sfuggevolmente di catalogare l’anima altrui sfociando nel ritratto e nella rappresentazione fotografica delle idee. “Nascendo trentacinque anni fa nella piccola città di mare di Senigallia vorrei poter dire di aver preso come riferimento l’illustre Giacomelli come spunto ma sarei ipocrita” racconta, riconoscendo però che il fermento che ha generato nella zona ha coltivato giovani desiderosi di esprimersi. Solitario, intraprende nel divertimento il linguaggio fotografico senza frequentare circoli o club ma prendendo qualche opportunità di mostre e concorsi arrivando ad ottenere qualche riconoscimento. Ma il suo interesse risiede nella curiosità, nella relazione, nell’impulso a comunicare attraverso una o due lenti. Nella società si adopera lavorando come educatore professionale con i ragazzi diversamente abili, un'altra enigmatica e stimolante sfera di sensibilità. Affetto da multi potenzialità non esime dal dedicarsi a tanti altri settori ed in diverse forme come la storia, la musica, il cinema, l’arte, la danza e tanto altro che sarebbe indecoroso limitarsi ad un elenco.